Approfondimento della Norma CEI 79-3 parte 4

Criteri da considerare in base alla tipologia di rischio

La norma definisce un approccio schematico alla definizione del posizionamento dei sensori e della loro scelta immaginando il luogo fisico composto da barriere funzionalmente concentriche. Le barriere sono costituite da opportuni mezzi fisici ( pareti, porte cancelli etc.) controllati da un certo numero di rivelatori di tipo diverso a seconda della funzione che devono ottemperare.

La norma CEI 79-3 introduce i requisiti della scelta e del posizionamento dei rivelatori in funzione del livello di prestazione richiesto. La norma introduce 2 metodi che in sostanza servono per determinare il livello di prestazione degli impianti. I 2 metodi sono trattati nell’allegato A.

A questo punto la norma introduce una serie di parametri anche detti coefficienti utili per la definizione del livello di protezione di un impianto di Allarme Intrusione e Rapina attraverso il metodo matematico. Un impianto può essere dichiarato conforme alla norma CEI 79-3 solo se raggiunge un livello di prestazione minimo di 1. Quindi vale la pena ribadire che un impianto oltra ad avere diversi livelli di sicurezza può non essere a Norma. E non è a norma se non raggiunge almeno il livello 1 di prestazione.

La norma individua 4 tipologie di rivelatori:

  • Puntuale
  • Lineare
  • Superficiale (sismico)
  • Volumetrico

Quando vengono usati più sensori per proteggere una determinata zona il grado di sicurezza del loro insieme è pari a quello dei singoli rivelatori se questi hanno tutti lo stesso grado di sicurezza, e non è verificata questa condizione il grado di sicurezza complessivo è pari a quello avente minor grado.

La norma CEI 79-03 introduce dei coefficienti di insuperabilità per rendere possibile la valutazione matematica del livello di prestazione. I coefficienti possono assumere 3 distinti valori: (1; 0,5; 0). La valutazione può essere applicata anche a porzioni di edificio. E’ importante però specificarlo, e quindi dichiarare nella documentazione a quale porzione di edificio si applica la valutazione.

Il livello di prestazione 4 è ottenibile mediante l’applicazione dei modelli matematici con il raggiungimento delle soluzioni impiantistiche di livello 3 ma utilizzando unicamente con componenti aventi grado 4.

Distribuzione dei rivelatori a protezione di un’unità abitativa quando si utilizza il metodo matematico (Allegato A3 della Norma)

La norma CEI 79-3 introduce 2 diverse categorie di edificio da proteggere:

  • unità abitative non isolate ( per esempio un condominio)
  • unità abitative isolate (ville)

Una peculiarità da considerare nel caso delle unità abitative non isolate è la diversa attenzione da prestare circa la protezione delle finestre, balconi e terrazzi per le unità abitative del primo e dell’ultimo piano.

Fig. 1 – barriere di protezione per le abitazioni non isolate

L’unità abitativa viene schematizzata come in figura 1 individuando tutte le possibili minacce. Ad ogni minaccia è associato un coefficiente di insuperabilità. Per questo tipo di unità abitativa ( NON ISOLATA ) la norma ritiene necessarie 2 barriere di sicurezza.

  • Protezione dei locali (G1) relativa alle strutture perimetrali dell’abitazione stessa comprendenti le porte e finestre e ai volumi interni degli ambienti.
  • protezione specifica (G2) di eventuali casseforti ed altri mezzi di custodia presenti nell’abitazione.

G1 – La protezione dei locali consiste in 3 distinte tipologie di protezione.

  1. Protezione degli accessi ( f 1.1 )
  2. Protezione delle superfici ( f 1.2 )
  3. Protezione dei volumi ( f 1.3 )

I coefficienti f 1.1 ed f 1.2 possono assumere solo i 2 valori 0 ed 1, il valore 0,5 non è ammesso.

In particolare I 1.1 assume il valore 1 nel caso in cui è garantita la rivelazione dei tentativi di intrusione attraverso tutti gli accessi praticabili, assume il valore di 0 quando la condizione sopra riportata non è rispettata.

Così anche I 1.2 assume il valore 1 nel caso in cui è garantita la rivelazione di tutti i tentativi di effrazione portati a danno di tutte le superfici di tutti gli accessi praticabili, assume il valore 0 se non è rispettata la condizione sopra riportata.

Mentre il coefficiente I 1,3 assume il valore di 1 se è garantita la protezione volumetrica di tutti gli ambienti dell’unità abitativa. Assume il valore 0,5 se la copertura è realizzata con la metodologia a trappola, 0 se non è verificata nessuna delle condizioni elencate sopra.

G2 – La protezione specifica consiste in 2 distinte tipologie di protezione

  1. Protezione degli accessi ( f 2.1 )
  2. Protezione delle superfici ( f 2.2 )

Come prima i 2 coefficienti di insuperabilità relativi a queste 2 protezioni possono assumere solo i 2 valori 0 e 1. Il valore 0,5 non è ammesso. Nello specifico il coefficiente I 2,1 assume il valore 1 quando è garantita la rivelazione dell’apertura del battente. il coefficiente I 2,2 assume il valore 1 quando è garantita la rivelazione dei tentativi di effrazione portati a danno della superficie.

Se il significato di accessi e superfici possono essere immediati potrebbero creare incomprensioni il termine relativo alle superfici. La Norma CEI 79-3 intende superfici quegli elementi assimilabili alle finestre. Ovvero superfici che non sono propriamente degli accessi ma sono facilmente penetrabili.

Distribuzione dei rivelatori a protezione di una cassaforte

Si suppone di schematizzare una cassaforte come nella figura 2 si possono individuare 2 barriere protettive:

  • barriera esterna da proteggere (G1)
  • protezione dell’involucro (G2)

G1 – La protezione esterna consiste in 3 distinte tipologie di protezione.

  1. Protezione degli accessi esterni ( f 1.1 )
  2. Protezione delle superfici esterne( f 1.2 )
  3. Protezione dei volumi esterni ( f 1.3 )

La barriera esterna al luogo da proteggere (G1) viene realizzata per rivelare un’intrusione nella zona di rispetto. La protezione può essere realizzata per mezzo di rivelatori volumetrici, puntuali, lineari, superficiali.

Tabella di attribuzione di valore ai coefficienti di insuperabilità:

Protezione f 1.1

I 1,1 => valore 1 se sono protetti tutti gli accessi al locale contenente la cassaforte con presenza di ridondanza ( rivelazione dell’apertura e stato dei congegni)
I 1,1 => valore 0,5se sono protetti tutti gli accessi ma non vi è ridondanza
I 1,1 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata

Protezione f 1,2

I 1,2 => valore 1 se è assicurata la protezione di tutte le superfici delle pareti (orizzontali e verticali) del locale contenente la cassaforte e la relativa porta
I 1,2 => valore 0,5se la protezione è limitata alle sole superfici delle pareti orizzontali e verticali su cui poggia la cassaforte.
I 1,2 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata

Protezione f 1,3

I 1,3 => valore 1 se è presente la completa protezione volumetrica delle 6 facce della cassaforte. La protezione può essere ottenuta anche realizzando una protezione volumetrica del locale sottostante il mezzo forte o utilizzando rivelatori inerziali e/o microfonici per le pareti e pavimenti dove risulta impossibile realizzare la protezione volumetrica. detti rivelatori non sono considerabili nel calcolo come protezione strutturale f 1,2 (superfici nel locale) in quanto già conteggiate nella protezione volumetrica.
I 1,3 => valore 0,5se la protezione è realizzata in maniera parziale.
I 1,3 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata

G2 – La protezione superficiale della cassaforte consiste in 2 distinte tipologie di protezione :

  1. Protezione delle aperture involucro( f 2.1 )
  2. Protezione delle superfici dell’involucro ( f 2.2 )

Protezione f 2,1

I 2,1 => valore 1 se è protetto il battente della cassaforte con presenza di ridondanza ( rilevazione dell’apertura e dello stato dei congegni di chiusura, serrature a chiave meccanica e/o serrature a combinazione e/o serrature a tempo)
I 2,1 => valore 0,5se la protezione è limitata alla sola apertura battente.
I 2,1 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata

Protezione f 2,2

I 2,1 => valore 1 se è assicurata la protezione di tutte le superfici del corpo e del battente della cassaforte
I 2,1 => valore 0,5se la protezione è presente solo sul battente della cassaforte
I 2,1 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata

Eccezioni

Nel caso in cui le casseforti da proteggere non possono essere aggiornate con rivelatori posizionati all’interno della camera dei congegni la cui chiave sia estraibile solo con i catenacci espansi si consente di classificare il sottoinsieme rivelatori (fa) come massimo al primo livello di prestazione, purchè siano previste le seguenti protezioni:

  • Protezione volumetrica come indicato in I 1,3 = 0,5
  • protezione superficiale come indicato in I 2,2 = 1
  • protezione contro l’apertura del battente
  • protezione contro l’accesso alla toppa della serratura a chiave mecccanica.
Distribuzione dei rivelatori per un locale corazzato quando si utilizza il metodo matematico (A3)

LINK di un sito con tabelle INTERESSANTI da usare come riferimento.

La schematizzazione dei locali corazzati individua 3 distinte zone:

  • barriera eterna al luogo da proteggere (G1)
  • barriera intermedia dell’involucro del locale corazzato (G2)
  • protezione del volume interno (G3)

La funzione della barriera esterna G1 è quella di individuare l’eventuale intrusione in una zona lontana dai beni da proteggere.

In questo ambito deve essere comunque prevista la protezione volumetrica degli accessi al locale corazzato. Di seguito vengono riportate le tabelle dei valori dei coefficienti di insuperabilità delle protezioni richieste.

NON viene presa in considerazione per la sua modesta rilevanza.

Protezione f1,3 – VOLUMI
I 1,1 => valore 1 se è presente la completa protezione volumetrica dell’area esterna al locale corazzato (delle 6 facce, supponendo il locale corazzato di tipo galleggiante).
I 1,1 => valore 0,5se la sopra citata protezione volumetrica si riferisce almeno alle zone antistanti le porte forti e le portine di soccorso.
I 1,1 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata

La barriera G2 viene prevista per rilevare eventuali tentativi di intrusione ai locali corazzati. E’ una protezione che funge da “ridondanza” a quella posta sulla barriera passiva esterna.

Per questa protezione sono previsti rivelatori di tipo puntuale o di superficie. Per quest’ultimi è necessario considerare l’area di copertura e quindi prevederne un numero tale da evitare la presenza di zone superficiali non protette.

Per le porte forti e sulle eventuali portine di soccorso la norma CEI 79-3 richiede che siano previsti dei dispositivi che ne rivelino lo stato di aperto o chiuso e lo stato di inserito o disinserito dei chiavistelli. POSSIBILMENTE, tali dispositivi devono essere protetti contro tentativi di manomissione.

Di seguito la tabella dei coefficienti di manomissione.

I 2,1 => valore 1 se sono protette tutte le porti forti e le portine di soccorso del locale corazzato con presenza di ridondanza (rivelazione dell’apertura e dello stato dei congegni di chiusura: serrature a chiave meccanica e/o serrature a combinazione e/o serrature a tempo).
I 2,1 => valore 0,5non ammesso
I 2,1 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata
Protezione f2,2 SUPERFICI
I 2,2 => valore 1 se è assicurata la protezione di tutte le superfici delle pareti del locale corazzato (orizzontali e verticali) e delle porte forti e delle portine di soccorso. E’ richiesta la ridondanza (sovrapposizione delle aree di rivelazione in modo tale che ogni punto delle suddette superfici sia protetto da almeno 2 rivelatori, ad esclusione delle superfici delle porte forti e delle portine di soccorso, se protette da rivelatori presenti dell’area esterna circostante il locale corazzato).
I 2,2 => valore 0,5se è presente la protezione sopra riportata ma non esiste la ridondanza come sopra citato.
I 2,2 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata

La protezione interna al locale corazzato (G3) viene attuata per mezzo di rivelatori volumetrici al fine di rilevare e segnalare eventuali movimenti all’interno del locale stesso.

Di seguito la tabella dei coefficienti di insuperabilità della protezione f3,3

Eccezione

Limitatamente alla camere corazzate che non possono essere “aggiornate” con rivelatori posizionati all’interno della camera dei congegni e la cui chiave sia estraibile solo con i catenacci espansi, si consente di classificare il sottosistema rivelatori (fa) come massimo al primo livello di prestazione , purchè siano previste almeno le seguenti protezioni:

  • protezione volumetrica come indicato in I1,3 = 0,5
  • protezione superficiale come indicato in I2,2 = 1
  • protezione contro l’apertura del battente
  • protezione contro l’accesso alla toppa della serratura e chiave meccanica
  • protezione volumetrica come indicato in I3,3 pari a 1.
Distribuzione dei rivelatori a protezione di un insediamento di tipo industriale quando si utilizza il metodo matematico (A3)

L’insediamento di tipo industriale e assimilabili è schematizzato in foto sopra ed è composto dalle seguenti barriere protettive:

  • barriera esterna al luogo da proteggere (G1) comprendente la recinzione e le aree esterne non edificate.
  • barriera intermedia di protezione comprendente gli edifici interni al perimetro (G2)
  • protezione di particolari interni agli edifici (G3)

I principi generali che la norma enuncia per la protezione degli edifici industriali e assimilabili sono di prevedere un’adeguata protezione del perimetro esterno del complesso industriale, tenendo presente tutte tutto ciò che potrebbe causare falsi allarmi ed allarmi impropri per minimizzarli. Nel caso siano presenti beni di particolare valore nei piazzali esterni si può prevedere l’utilizzo di protezioni volumetriche.

L’edificio all’interno del perimetro esterno devono comunque essere protetti da ulteriori sensori volumetrici puntuali e superficiali.

Analizziamo le protezioni sulla barriere esterna (G1):

  1. Protezione degli accessi esterni ( f 1.1 )
  2. Protezione delle superfici esterne( f 1.2 )
  3. Protezione dei volumi esterni ( f 1.3 )

I coefficienti di insuperabilità assumono i valori riportati in tabella seguente.

I 1,1 => valore 1 se è garantita la rivelazione di un intruso lungo tutto il perimetro esterno (antiscavalcamento) inclusi gli accessi.
I 1,1 => valore 0,5se è garantita la rivelazione di un intruso attraverso tutti gli accessi presenti nel perimetro esterno.
I 1,1 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata

Protezione f 1,2 – SUPERFICI

I 1,2 => valore 1 se è garantita la rivelazione di tutti i tentativi di effrazione portati a danno delle superfici costituenti l’intero perimetro esterno inclusi gli accessi.
I 1,2 => valore 0,5non ammesso.
I 1,2=> valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata

Protezione f 1,3 – VOLUMI

I 1,3 => valore 1 se è garantita la rivelazione di tutti i tentativi di effrazione portati a danno dell’area esterna compresa tra il perimetro esterno e gli edifici del complesso industriale. Nel caso in cui l’edificio interno abbia una facciata che coincida con il confine si può completare la copertura volumetrica su quel lato installando sensori di apertura e volumetrici su tutti gli accessi e su tutte le stanze che si affacciano sul lato di confine.
I 1,3 => valore 0,5non ammesso.
I 1,3 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata

Analizziamo le protezioni sulla barriere intermedie esterne (G2) a protezione delle superfici degli accessi e dei volumi degli edifici interni al periodo per rilevare eventuali tentativi di effrazione e di intrusione portati a danno degli edifici stessi. La protezione può essere realizzata installando rivelatori di effrazione puntuali e/o lineari e/o volumetrici:

Di seguito i valori attribuiti ai coefficienti di insuperabilità.

a2) Protezione f2,1

I 2,1 => valore 1 se è garantita la rivelazione dei tentativi di intrusione attraverso tutti gli accessi praticabili, muniti di serramenti apribili, presenti negli edifici del complesso industriale ( per questo tipo di protezione sono ammessi anche rivelatori ad infrarossi passivi o a doppia tecnologia con copertura a tenda).
I 2,1 => valore 0,5Se è garantita la rivelazione come sopra con l’esclusione delle finestre.
I 2,1 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata (si intende come protezione assente).

b2) Protezione f2,2

I 2,2 => valore 1 se è garantita la rivelazione dei tentativi di effrazione portati su tutte le superfici perimetrali degli edifici del complesso industriale, inclusi gli accessi praticabili.
I 2,2 => valore 0,5Se la protezione di cui sopra è limitata alla sola protezione delle superfici degli accessi praticabili.
I 2,2 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata (si intende come protezione assente).

c2) Protezione f2,3

I 2,3 => valore 1 se è presente una protezione volumetrica interna agli edifici che realizza un anello perimetrale chiuso. Qualora sia impossibile realizzare l’anello chiuso a causa di scaffalature adiacenti ai muri perimetrali, è possibile prevedere una protezione strutturale dei muri ed una una protezione volumetrica dei corridoi secondo lo schema sotto riportato.
I 2,3 => valore 0,5Se la protezione del luogo da proteggere è realizzata secondo la metodologia cosiddetta a trappola che protegge almeno i corridoi principali di passaggio verso i reparti e gli accessi ai magazzini e depositi;
I 2,3 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata (si intende come protezione assente).

Nel calcolo del livello di prestazione limitatamente agli insediamenti di tipo industriale è consentito l’usa dei rivelatori volumetrici installati senza perturbatore. senza che tale situazione penalizzi il grado di sicurezza del prodotto. Per tutti gli ambienti che non rientrano nella categoria “Insediamenti industriali” l’utilizzo del testatore è invece indispensabile per l’attribuzione del livello di prestazione.

Protezione di particolari interni agli edifici (G3):

la protezione di particolari locali interni agli edifici (G3) serve a segnalare eventuali tentativi di effrazione e intrusione portati a danno dei suddetti locali. La protezione può essere realizzata utilizzando sensori puntuali e/o lineari e/o volumetrici.

Per i coefficienti di insuperabilità vale quanto detto per l’anello intermedio di protezione (protezioni f 2.1 ed f 2.2) metr per la protezione f 3.3 vale quanto segue:

c3) Protezione f3,3

I 3,3 => valore 1 se è presente la completa protezione volumetrica interna al luogo da proteggere.
I 3,3 => valore 0,5Se la protezione di cui sopra non è totale ma realizzata in modo tale da proteggere almeno gli ambienti dove sono contenuti i beni.
I 3,3 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata (si intende come protezione assente).

Abitazione isolata

Distribuzione dei rivelatori a protezione di un’unità abitativa isolata quando si utilizza il metodo matematico (A.3).

La determinazione dei coefficienti di insuperabilità per le unità abitative isolate (ville) si rifà a quanto stabilito per gli insediamenti industriali ad eccezione dei coefficienti per la barriera intermedia (G2) qui di seguito indicati.

  • Nel modello matematico relativo alle unità abitative isolate sono compresi anche gli edifici adibiti a museo
  • Eventuali fabbricati che architettonicamente ricadono nella tipologia delle unità abitative isolate, ma che sono destinati esclusivamente ad attività produttive possono essere associati al modello matematico relativo agli insediamenti industriali.

a2) per la protezione f 2,1:

I 2,1 => valore 1 se è garantita la rilevazione dei tentativi di INTRUSIONE attraverso tutte le porte e le finestre, indipendentemente dalla loro ubicazione ( per questo tipo d protezione sono ammessi anche rivelatori ad infrarossi passivi o a doppia tecnologia con copertura a tenda);
I 2,1 => valore 0,5Se è garantita la rilevazione dei tentativi di intrusione almeno attraverso tutti gli accessi praticabili, escluse le finestre.
I 2,1 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata (si intende come protezione assente).

b2) per la protezione f 2,2:

I 2,2 => valore 1 se è garantita la rilevazione dei tentativi di EFFRAZIONE portati su tutte le porte e le finestre, indipendentemente dalla loro ubicazione;
I 2,2 => valore 0,5se la protezione di cui sopra è limitata alla sola protezione di superfici degli accessi praticabili, esculuse le finestre..
I 2,2 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata (si intende come protezione assente).

c2) per la protezione f 2,3:

I 2,3 => valore 1 se è presente la completa protezione volumetrica interna al luogo da proteggere, esclusi gli ambienti destinati a servizi quali per esempio bagni, cucine ripostigli soffitte ;
I 2,3 => valore 0,5se la protezione del luogo da proteggere è realizzata secondo la metodologia cosiddetta a trappola, che protegga almeno i corridoi principali e gli ambienti dove sono contenuti i beni da proteggere.
I 2,3 => valore 0se non è verificata alcuna delle condizioni sopra riportata (si intende come protezione assente).

ESERCIZIO COMMERCIALE

La norma premette che nel caso di Esercizi Commerciali occorre un’accurata analisi del rischio in funzione del tipo di merce presente e degli altri fattori connessi all’attività. Devono essere protette opportunamente le aree interne, in modo da rilevare l’intrusione durante gli orari di chiusura.

Devono inoltre essere rilevati lo stati aperto / chiuso sia delle porte di accesso principali e secondarie sia delle eventuali finestre esistenti.

Il valore dei coefficienti di insuperabilità sono assimilabili ad uno dei casi visti precedentemente a seconda delle condizioni in cui si trova l’esercizio in questione

  • se l’esercizio si trova in uno stabile in cui sono presenti anche altre unità abitative allora è assimilabile alle unità abitative inserite in edifici condominiali.
  • Negli altri casi è assimilabile agli edifici industriali
  • Presenza di casseforti 6.13.3
  • presenza di locale corazzato 6.13.4
Aree protette da più rivelatori in correlazione e conta impulsi

L’impiego di correlazioni fra rivelatori e conta impulsi ( funzioni AND e conta impulsi) va limitata a rivelatori che controllano la medesima “area geografica” ed interessati dalla medesima azione intrusiva, per esempio non sono ammesse correlazioni tra rivelatori di apertura e volumetrici.

La finestra temporale aperta dal primo segnale dovrà essere tale da permettere la rivelazione delle condizioni di allarme causato dai successivi segnali nel corso della medesima azione intrusiva

Aree protette destinate anche a passaggio ronda

Durante lo stato di servizio è ammessa l’esclusione temporanea dei rivelatori interessati dal “passaggio ronda” il tempo di esclusione deve essere limitato e definito. In ogni caso l’impianto dovrà essere ingrado di riconoscere lìultimazione della ronda anche per tempi inferiori rispetto a quanto programmato. L’operazione deve essere subordinata al riconoscimento attraverso un opportuno dispositivo di identificazione ( es. chiave, codice PIN ecc) che presenti un grado di sicurezza non inferiore a quello previsto per l’organo di comando.

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