Approfondimento della Norma CEI 79-3 parte 2

La norma CEI 79-3 descrive come deve essere progettato un impianto di Allarme Intrusione e Rapina riassumendo tutti i tipi di protezione che si possono mettere in campo. Se chi legge ha già esperienza di progettazione troverà ripetuti ragionamenti e considerazioni già fatte personalmente. La norma CEI 79-3 fa un resoconto completo delle possibili protezioni e imposta la logica con cui scegliere gli apparati da usare. Questa logica porta a definire 4 diversi livelli di protezione che vanno misurati con le esigenze specifiche.

Progettazione dell’impianto

Generalità

L’obbiettivo della progettazione del sistema di Allarme Intrusione e Rapina è quello di definire gli ambienti da proteggere, definire il livello di protezione, scegliere i componenti adatti. Le caratteristiche dei componenti devono avere funzionalità e prestazioni coerenti con il livello di prestazioni definito ed avere un classe ambientale in linea con il luogo in cui andranno installati.

Validazione del progetto dell’impianto

La norma CEI 79-3 impone che il progetto venga concordato con il committente. Il preventivo deve essere descritto con la dovuta documentazione, in particolare, la norma elenca tutta la documentazione necessaria nell’allegato F. Ciò non impedisce di modificare il progetto in corso d’opera. Le modifiche devono essere concordate in corso d’opera e la documentazione deve essere modificata conseguentemente.

Documentazione

La documentazione di progetto richiesta dalla norma dovrà soddisfare i seguenti requisiti minimi:

Indicazione esplicita della tipologia di rischio e del livello di prestazione definito.

Quindi, bisogna dichiarare l’esito della valutazione fatta a seguito del sopralluogo e dichiarare la tipologia di rischio individuata ed il relativo livello di prestazione che si intende realizzare.

Schema di principio ad esempio schema a blocchi

Personalmente non ne vedo l’utilità in quanto il principio di funzionamento di un impianto di Allarme Intrusione e Rapina è sostanzialmente lo stesso in tutti i casi. Cambiano i sensori utilizzati e il loro posizionamento. Quindi, forse, in questo documento viene specificato come viene comandato l’impianto e se ci sono particolari automatismi.

Schema planimetrico limitatamente agli impianti con livello di prestazione superiore a 1

Questo documento risulta indispensabile tutte le volte in cui chi ha fatto il preventivo non è la stessa persona che andrà ad installare l’impianto. Naturalmente è importante come documento di impianto perchè descrive in modo esaustivo le caratteristiche principali.

Elenco dei componenti del sistema (I&HAS)

La distinta dei materiali è l’altra informazione indispensabile per definire un impianto nel suo complesso.

Per il completamento delle informazioni necessarie si deve fare riferimento all’allegato F.

Sopralluogo dell’area

E’ necessario valutare preliminarmente il livello di prestazione adeguato e quindi è quasi sempre necessario un sopralluogo.

Beni

Occorre valutare i beni da proteggere all’interno delle aree. Per una guida dei fattori da considerare è possibile consultare l’allegato B.

Edificio

Un altro allegato della norma (allegato C) è una sorta di guida delle valutazioni da fare in funzione dell’edificio, si riportano a titolo di esempio alcuni aspetti da considerare:

  • Costruzione
  • Ubicazione
  • tipo di occupazione
  • storico dei furti

Altri fattori di influenza

Un impianto di Allarme Intrusione e Rapina può essere influenzato da diversi fattori presenti o potenziali. Scopo del sopralluogo è verificare i fattori presenti ed ipotizzare eventuali fattori potenziali. In generale si distinguono 2 tipi:

  • Condizioni che si verificano all’interno delle aree da proteggere.
    Su queste parti si presume che l’utilizzatore abbia il controllo. Un elenco dettagliato ma non esaustivo è presente nell’allegato D.
  • Condizioni che si verificano all’esterno delle aree da proteggere
    Su queste parti si presume che l’utilizzatore NON abbia il controllo. Un elenco dettagliato ma non esaustivo è presente nell’allegato E.

Scelta dell’ubicazione dei componenti

La necessaria introduzione se si parla di componenti dei sistema di Allarme Intrusione e Rapina è di raccomandare l’utilizzo di componenti con il giusto grado di sicurezza e classe ambientale. Inoltre in questo punto la norma CEI 79-3 ricorda che l’obbiettivo della progettazione è quello di ridurre al minimo i falsi allarmi.

Di seguito riporto testualmente un passaggio della norma.

In assenza di norme per un componente del sistema è ammesso l’uso di componenti sprovvisti di classificazione relativa al loro grado di sicurezza o della classe ambientale. Questi devono rispondere alle prescrizioni di sicurezza elettrica, grado di sicurezza e classe ambientale (CEI EN 50131-1) già previsto per gli altri componenti.

Questo passaggio richiederebbe qualche spiegazione in più. Cosa si intende per “in assenza di norme per un componente” ? Si parla di tipologia di componente? Un esempio può essere rivelatore di allagamento. Non essendoci una norma specifica per questo tipo di componente allora si applica quanto sopra. Oppure si parla genericamente si un qualsiasi componente? Ovvero un semplice Rivelatore IR nel caso in cui non sia certificato allora si applica quanto sopra. Ecco, a mio parere, siamo nel caso della prima ipotesi. La mia interpretazione è : Nel caso in cui esistano delle tipologie di componenti che non sono presi in considerazione dalle norme possono essere utilizzati in un impianto di Allarme Intrusione e Rapina se comunque rispettano le prescrizioni di sicurezza elettrica, grado di sicurezza e classe ambientale previsto per gli altri componenti. Rimane da chiarire come si può verificare che il componente rispetta le prescrizioni di prima.

Ubicazione dell’apparato di controllo e segnalazione (CIE) e dell’apparato di controllo ausiliare (ACE).

L’apparato di controllo e segnalazione (CIE) deve essere installato all’interno dell’area protetta o in un locale che a sua volta deve essere protetto. Esempi più dettagliati delle considerazioni da fare sono contenuti nell’allegato G ai capitoli G.21 e G.22.

Nel caso in cui il disinserimento deve essere iniziato esternamente e terminato internamente all’area protetta è opportuno prevedere l’installazione dell’apparato di controllo e indicazione (CIE) o l’apparato di controllo ausiliario (ACE) vicino all’uscita dell’area protetta. Contemporaneamente è opportuno considerare che l’installazione deve impedire a persone non autorizzate di vederne il funzionamento. In ogni modo la loro posizione deve permettere una agevole manutenzione.

Ubicazione del ricetrasmettitore delle aree sorvegliate

Il ricetrasmettitore delle aree sorvegliate deve essere installato all’interno dell’area protetta. Anche per questo componente esiste un paragrafo dedicato, G.24.

Ubicazione dei rivelatori

L’attività di un progettista è principalmente quella di definire il tipo di rivelatori da usare e la loro ubicazione. In generale la norma in questo paragrafo ricorda di rispettare le indicazioni dei costruttori e di verificare che il posizionamento ricopra effettivamente le aree che si è ritenuto necessario ricoprire durante la valutazione dei rischi. L’allegato G suggerisce cosa considerare nello studio del posizionamento dei rivelatori.

Ubicazione dei rivelatori per esterno

Valgono le stesse considerazioni fatte precedentemente.

Ubicazione dei dispositivi antirapina

Anche per questi dispositivi devono essere installati rispettando le indicazioni del costruttore con l’accorgimento di garantire la massima probabilità di attivazione in caso di rapina. Nell’allegato G sono presenti indicazioni anche per questo tipo di componenti.

Ubicazioni dei dispositivi di segnalazione

Questi dispositivi devono allo stesso tempo essere installati in modo da rendere difficile la manomissione o rimozione ma da garantire comunque la manutenzione.

Inoltre il dispositivo di segnalazione (WD) può essere soppresso in caso di allarme rapina.

Interconnessioni

Le interconnessioni da utilizzare devono essere adeguate al livello di prestazione prescritte ed alle condizioni ambientali dell’impianto di Allarme Intrusione e Rapina.

Dalla descrizione delle caratteristiche fisiche che devono avere le interconnessioni cablate si può dedurre quali sono gli obbiettivi che si pone la norma CEI 79-3 nel dare le relative prescrizioni. Il primo obbiettivo è logicamente quello della sicurezza, le interconnessioni possono essere un punto in cui si può accedere all’impianto manomettendolo per cui è importante evitare l’esposizione dei cavi e nel caso in cui sia impossibile evitarlo occorre prendere le dovute precauzioni ( ad esempio con tubazioni in ferro). Un secondo obbiettivo è quello di rendere facile la manutenzione, quindi identificare facilmente i cavi dell’impianti di Allarme Intrusione e Rapina. Vediamo di seguito nel dettaglio come si sviluppa la norma.

Per quanto riguarda le prescrizioni funzionali delle interconnessioni vale ciò che è riportato sulla norma EN 50131-1 ed approfondito in questo articolo.

Interconnessioni cablate dedicate

In generale gli impianti devono essere realizzati secondo le norme CEI specifiche per l’ambiente di installazione, salvo quanto indicato in questa norma CEI 79-3.

I cavi devono avere un involucro isolante e più in generale la posa deve evitare danneggiamenti accidentali. Le giunzioni devono essere eseguite all’interno di apposite cassette.

Per quanto riguarda le caratteristiche specifiche del cablaggio come tracciato, sfilaggio dei cavi e l’esecuzioni di giunzioni valgono le relative norme CEI. Il percorso dei cavi deve svilupparsi preferibilmente all’interno della proprietà e prevalentemente in zona protetta. E’ comunque ammesso un percorso esterno a patto che vengano usate le dovute precauzioni come ad esempio tubature in ferro.

In questo punto la norma dice che il percorso dei cavi deve essere tale da ridurre al minimo il rischio di danno fisico. Intuitivamente si tratta di stendere i cavi alti ed in generale in posti poco raggiungibili. Quando sono presenti rischi di danni fisici il cavo dovrebbe essere protetto meccanicamente. INTERESSANTE l’utilizzo del condizionale, forse la norma, considerata la miriade di problematiche che si possono venire a trovare durante la posa dei cavi, vuole lasciare uno spiraglio per soluzioni non prettamente sicure ma inevitabili.

Si tocca anche il punto di eventuali allarmi indesiderati dovuti ad interferenze elettriche che la norma risolve suggerendo un filtro all’ingresso dell’alimentatore del sistema.

La schermatura dei cavi è consigliata nel caso siano utilizzati per segnali a bassa frequenza e per tutti gli altri i casi in cui siano indicati.

Per il Secondo , Terzo e Quarto livello di prestazione i cavi non possono essere posati nello stesso condotto con altri cavi non appartenenti all’impianto. Così pure le scatole di derivazione non possono essere condivise con altri impianti e devono essere dotati di protezione contro l’apertura come prescritto dalla norma EN 50131-1

Per il passaggio cavi nelle canalette sono ammessi setti di separazione.

Per quanto riguarda i pozzetti interrati è possibile condividere questi ultimi con altri impianti a patto che siano intubati e facilmente riconoscibili. Fino a qui penso che la norma dia delle indicazioni che potrebbero sfuggire in fase di installazione mentre prosegue con indicazione che dovrebbero esser ormai regole date per scontato da qualsiasi installatore.

Le cassette usate dentro i pozzetti devono essere anti ossidanti e stagne nel caso l’ambiente di installazione lo richieda. Le giunzioni dei cablaggi devono essere meccanicamente ed elettricamente solide. Così come il dimensionamento dei cavi deve essere tale da alimentare correttamente i componenti collegati a valle.

Invece una prescrizione non sempre seguita è quella di rendere tutti i cavi identificabili alle estremità così come dovrebbero essere previsti un certo numero di punti di prova da rendere facilmente individuabili eventuali guasti. L’identificazione può avvenire mediante colori diversi, etichettatura ecc.

Un elenco di prescrizioni da tenere in considerazione per la scelta del tipo di cavo sono contenute in G.1.

Interconnessioni cablate non dedicate

Quando vengono scelte ( ovvero il progettista decide di usare) connessioni cablate non dedicate vanno comunque applicate le norme descritte fino a qui ed inoltre vanno considerati gli eventuali effetti sul nostro impianto di Allarme Intrusione e Rapina nel caso di guasto degli altri sistemi che condividono le interconnessioni. Esempi di aspetti da considerare vengono riportati in G.1.2.

Interconnessioni senza fili

Quando si decide di utilizzare connessioni senza fili occorre tenere presente il paragrafo G.1.3.

Offerte del giornoGuarda